Giuseppe, un pallone per amico | Sport for All

Giuseppe, la rinascita grazie allo sport!

Oggi Giuseppe ci racconta la sua storia:

“Non mi piace tantissimo la scuola, ma da quando gioco a calcio ho imparato a rispettare  le regole» ci dice. Nei 14 anni di Giuseppe si sviluppa la fase di “ribellione” che il contesto sociale in cui vive, la alimenta.

Grazie al progetto “Sport for All” che insegna a rispettare il prossimo e a costruire obiettivi concreti su un percorso di vita diverso grazie allo sport viene moderata e disciplinata: dentro a quelle disabilità, molto spesso invisibili, di colore che  soffrono di disturbi del comportamento e dell’apprendimento, hanno lievi deficit cognitivi, disturbi dello spettro autistico e crisi emotive.

Giuseppe infatti, grazie al progetto nato dalla collaborazione tra Fondazione Milan e Fondazione Èbbene partecipa alle lezioni insieme ai suoi compagni presso il Polo Educativo Spazio47.

Giuseppe è alto, con un fisico asciutto e degli occhi verdi molto espressivi. È gentile mentre aiuta i più piccoli a palleggiare in campo, ha un istinto protettivo mentre spiega le strategie per la nuova partita. Sempre col sorriso e con la consapevolezza che quel campo è una nuova opportunità di crescita.

«Nel quartiere non è facile trovare un proprio spazio, un luogo sicuro in cui poter giocare senza dover per forza litigare. Qui non ci sono nemici, siamo tutti una grande squadra» ci dice Giuseppe -del progetto “Sport for All” – con il sorriso stampato in faccia. Un avversario non è un nemico, continua a raccontare mentre si prepara ad entrare in campo, questo l’ho capito con il calcio.

Prima ero scontroso con alcuni compagni, adesso gioco serenamente con tutti. Vado a scuola più volentieri perché so che poi potrò giocare: quando sono in campo mi sento forte e meno solo.

Tutti dovrebbero amare il calcio – dice sorridendo – quel pallone ti salva dalla strada e ti permette di sognare il miglior mondiale della tua vita!

Sostenendo Giuseppe e il progetto Sport for All potrai combattere insieme a noi la discriminazione sociale e a far vincere l’inclusione.