Il percorso per aiutare i ragazzi che hanno avuto problemi con la legge a inserirsi nel mondo del lavoro e ricominciare una vita normale.

IL PROGETTO

Il presidio Sport for Change Vimodrone è destinato a ragazzi dai 16 a 18 anni che, per diverse ragioni sono stati segnalati alla giustizia minorile.

LA SITUAZIONE

La maggior parte dei minori autori di reato è in carico agli Uffici di Servizio Sociale per i minorenni USSM che negli ultimi anni sta ricorrendo con maggiore frequenza al collocamento in comunità, non solo quale misura cautelare, ma anche nell’ambito di altri provvedimenti giudiziari,per la sua capacità di contemperare le esigenze educative con quelle contenitive di controllo.

A Vimodrone è presente una di queste comunità e il presidio Sport for Change sorto qui ha l’obiettivo proprio di aiutare questi ragazzi a completare il processo educativo, per agevolare il reinserimento sociale e l’ingresso nel mondo del lavoro evitando così la reiterazione del reato

METODOLOGIA

Il lavoro di Sport for Change Vimodrone si articola in 2 appuntamenti a settimana gestiti da un tecnico, un educatore professionale ed uno psicologo. Il tecnico gestisce l’attività sportiva , organizzando il lavoro, in collaborazione con l’educatore, per tener conto degli aspetti educativi presenti all’interno di ogni singolo gioco o esercitazione.
L’educatore affianca il tecnico nella gestione delle dinamiche di gruppo e nella relazione con i singoli ragazzi; lo psicologo svolge una funzione di supervisione e approfondisce la conoscenza dei ragazzi attraverso momenti individualizzati, offrendo anche uno spazio di ascolto e orientamento per i genitori.

Oltre alle attività sportive il percorso si arricchisce di laboratori educativi, proposti in base agli interessi e ai bisogni del gruppo, con l’obiettivo di rafforzare l’autonomia individuale, permettere a ciascun ragazzo di esprimere le proprie potenzialità e prepararsi al re-inserirmento sociale e lavorativo.

BENEFICIARI

Il progetto si rivolge a 23 ragazzi tra i 16 e 18 anni, di 7 nazionalità diverse: Italia, Egitto, Marocco, Albania, Cina, Tunisia e Libano.

Le situazioni sono eterogee: 6 si trovano in misura cautelare in attesa di giudizio, 5 sono in regime di messa alla prova, 8 sono minori stranieri non accompagnati, 2 vivono in una residenza per l’autonomia.

Tutti hanno bisogno di una guida per ricostruire il proprio percorso di crescita e indipendenza, ripartendo da un giusto binario.

RETE TERRITORIALE

Il progetto si avvale della collaborazione dell’associazione Kayros e della Fondazione Adecco per le pari opportunità.